Il tuo terreno ha energia da vendere!
Sei proprietario di un terreno? Puoi affittarlo per contribuire allo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili.
La nuova normativa sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (abbreviato CER o REC) dà un forte impulso alla generazione distribuita, che favorirà lo sviluppo di energia a chilometro zero e di reti intelligenti o smart grid.
Una Comunità Energetica è un’associazione che produce e condivide energia rinnovabile, per generare e gestire in autonomia energia verde a costi vantaggiosi, riducendo nettamente le emissioni di CO2 e lo spreco energetico. Ne possono far parte semplici cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, etc.
I membri della Comunità possono essere persone fisiche o giuridiche e più in generale qualsiasi soggetto pubblico o privato che vuole realizzare una Comunità Energetica Rinnovabile. Per esempio, anche semplici persone che abitano nello stesso quartiere e che desiderano promuovere lo sviluppo di una CER possono farlo.
Quali sono i passi da seguire? Prima di tutto, bisogna individuare l’area dove si intende installare l’impianto di produzione, che deve essere in prossimità dei consumatori. In linea di massima, i terreni industriali in disuso sono particolarmente indicati: sono infatti sufficientemente grandi per ospitare il futuro impianto rinnovabile e in genere rispettano i requisiti di dimensione, collocazione e destinazione prescritti dalla normativa.
La condivisione dell’energia elettrica prodotta deve avvenire utilizzando la rete di distribuzione elettrica esistente e l’autoconsumo di energia rinnovabile avviene virtualmente.
L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della Comunità, ma può anche essere messo a disposizione da uno o più membri partecipanti, o anche da un soggetto terzo.
Le persone e gli enti interessati che rientrano nell’ambito dell’impianto possono costituire la Comunità Energetica Rinnovabile, che è un soggetto giuridico.
Dal momento che, per legge, lo scopo di una Comunità Energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di praticità e convenienza sono quelle dell’associazione non riconosciuta o della cooperativa.
Le associazioni non riconosciute possono essere costituite con un semplice contratto registrato presso l’Agenzia delle Entrate e hanno costi di gestione bassi e obblighi di organizzazione relativamente semplici.
Tutti gli associati alla Comunità Energetica mantengono i loro diritti di clienti finali, compreso quello di scegliere il proprio venditore di energia elettrica, e possono uscire dalla Comunità quando lo desiderano.
Una volta che l’impianto è in esercizio, la Comunità può fare richiesta – anche tramite un’azienda esterna delegata – al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa.
Gli incentivi sono riconosciuti solo per l’energia condivisa all’interno della Comunità, cioè quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione.
Se la produzione è superiore al consumo, per l’energia eccedente viene riconosciuto alla Comunità soltanto il valore economico dell’energia, senza altri benefici.
La legge sulle Comunità Energetiche non fa riferimento specifico alla tecnologia da adottare, ma quella che si presta a sfruttare meglio i vantaggi del provvedimento è il fotovoltaico.
L’Autoconsumo Collettivo riguarda uno stesso edificio dotato di impianti fotovoltaici: l’energia prodotta può essere condivisa tra i condomini o i comproprietari, ma solo nel luogo specifico dove viene generata.
Le Comunità Energetiche invece riuniscono più soggetti capaci di autoprodurre energia grazie a impianti vicini tra loro, ma che non sono per forza installati nello stesso edificio: in questo caso, si tratta di autoconsumo virtuale.
Le Comunità Energetiche promuovono anche l’economia circolare, perché gli impianti vengono tipicamente realizzati su terreni industriali inutilizzati, che trovano in questo modo una nuova funzione. Ed è anche una grande opportunità di sostegno e rilancio alla crescita delle Piccole e Medie Imprese, che possono trovare un ruolo nello sviluppo, realizzazione, esercizio e manutenzione degli impianti rinnovabili, a vantaggio del tessuto industriale ed occupazionale del territorio in cui operano.
Ci impegniamo da sempre nello sviluppo di impianti rinnovabili in Italia e all’estero. Riteniamo le Comunità Energetiche Rinnovabili uno strumento fondamentale per la transizione energetica e il raggiungimento degli obiettivi Net Zero: per questo, lavoriamo ogni giorno per lo sviluppo industriale di progetti solari inferiori a 1MW su terreni "industriali o altro (non agricoli)” - di dimensioni comprese tra 1 e 3 ettari - in sinergia con sviluppatori e costruttori di impianti.
Cerchiamo sviluppatori e costruttori esperti nella realizzazione di impianti fotovoltaici fino a 1 MW, con l’obiettivo di stabilire un rapporto duraturo e partecipare così insieme allo sviluppo di numerosi progetti rinnovabili.
Assicuriamo il nostro supporto tecnico ed economico nello sviluppo di impianti semplici, standardizzati, con iter autorizzativo rapido e da costruire velocemente, che acquisteremo una volta terminati.
Siamo profondamente convinti che le Comunità Energetiche avranno un ruolo chiave per accelerare il processo di decarbonizzazione in Italia, elettrificando i consumi, riducendo il costo dell’energia e supportando l’indotto produttivo costituito dalle piccole e medie imprese del nostro Paese.
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