Acqua ed energia nel deserto della “grande sete”

Ci sono solo infinite distese di terra rossa a separare i piccoli villaggi che sorgono come piccole oasi ai margini del deserto del Kalahari, che nella lingua Tswana significa “la grande sete”. Hotazel è un centro rurale di neanche duemila persone, impegnate principalmente nella grande miniera di manganese e nelle fattorie dei grandi proprietari terrieri dove si coltiva la terra e si allevano capre e bovini. A pochi chilometri di distanza, in quest’angolo della provincia sudafricana di Northern Cape, abbiamo costruito l’impianto fotovoltaico di Adams che con i suoi 82,5 MW sta già fornendo elettricità a migliaia di famiglie del luogo. Costruire con la comunità locale I lavori si sono conclusi con largo anticipo, ma non è stato sempre facile. Durante il giorno la temperatura può raggiungere i 50 gradi, mentre la notte è gelida. Il momento migliore è verso le 6 del pomeriggio, quando il sole si appresta a scomparire dietro la linea dell’orizzonte. I rumori del cantiere si fermano, i lavoratori tornano alle loro case e basta alzare gli occhi al cielo per capire quanto può essere magico lo spettacolo della natura: “Circondati solo da terra in un silenzio surreale, assistevamo a un tramonto da lasciare senza fiato. Era sicuramente il momento più bello della giornata”, ci dice il project manager Daniele Ienco che per quasi due anni ha seguito i lavori di Adams. "Enel Green Power ha aperto ufficialmente il cantiere nel marzo 2015, terminando i lavori con due mesi di anticipo rispetto alla tabella di marcia." Fondamentale è stato l’impegno di tutto il team e il supporto della comunità locale, impegnata nel parco solare e in altre attività parallele: “Come previsto dalla legislazione sudafricana, le persone presenti nel cantiere provenivano in gran parte dalle comunità locali. In questo modo possono contare su un lavoro garantito per un certo periodo di tempo”. Ogni persona è stata preparata e formata alle diverse attività all’interno del cantiere, nel rispetto dei più elevati standard di qualità e sicurezza e in linea con il nostro impegno a favore dello sviluppo sociale ed economico del Paese. Anche mobili, lampade e acqua potabile “Nel corso dei mesi sono stati installati decine di migliaia di pannelli solari, 611.100 in totale, ognuno dei quali veniva consegnato su dei pallet di legno – ci spiega ancora Ienco – Questi sono stati donati alla comunità locale e trasformati in mobili per scuole, uffici e altri spazi comuni. Abbiamo inoltre donato a un istituto scolastico un piccolo impianto fotovoltaico autonomo che copre parte del fabbisogno energetico dell’intero edificio”. Dopo questa prima fase, nei prossimi mesi sono previste nuove importanti iniziative. "Vogliamo portare acqua potabile attraverso il sistema Warka Water, una struttura in grado di sfruttare l’umidità dell’aria e di raccogliere l’acqua piovana, la rugiada e la nebbia." Daniele Ienco Dopo l’esperienza già vista nell’impianto di Nojoli, anche nel parco di Adams daremo vita a un progetto di accesso stabile all'elettricità insieme a Liter Of Light, associazione no profit che ha utilizzato le Solar Bottle [bottiglie di plastica e materiali riciclati trasformati in lampade a energia solare, ndr] per portare illuminazione a zero emissioni nelle comunità svantaggiate del mondo. Enel Green Power South Africa fornirà inoltre ad altri istituti scolastici e al Motheo TVET College delle mini-grid solari che permetteranno di risparmiare in bolletta e destinare le risorse economiche all’educazione degli studenti, alle infrastrutture e al materiale didattico.

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Acqua ed energia nel deserto della “grande sete”

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