Nella foresta di Enel Green Power

Era il 1368 quando a Norimberga, in Germania, allora afflitta da una grave carenza di legname e carbone, il mercante Peter Stromer mise a punto una tecnica per ricreare boschi laddove erano stati cancellati dalla mano dell’uomo: sparse nel terreno grandi quantità di semi di conifere, dando luogo al primo esperimento di riforestazione di cui si ha notizia. Oggi metodi simili, oppure basati sulla messa a dimora di piantine, sono adottati in tutto il mondo per ricostituire foreste scomparse e per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. Gli alberi hanno infatti il pregio di catturare l’anidride carbonica presente in atmosfera, riducendo gli effetti negativi di questo gas serra sul clima del pianeta e migliorando la qualità dell’aria. Inoltre contribuiscono a ridurre l’erosione del suolo, a rendere i boschi più resistenti agli incendi, e a proteggere meglio la flora e fauna locale, favorendo la tutela della biodiversità. La foresta di EGP con Treedom La riforestazione, quindi, ha oggi un’importantissima valenza, non solo per ricostituire habitat perduti ma anche per bilanciare gli effetti negativi delle attività umane. Enel Green Power ha in corso da tempo numerosi progetti di ripristino delle foreste in molti paesi del mondo. Il più recente e innovativo, anche perché adotta tecnologie digitali per monitorare gli alberi, interessa ampie aree in Colombia, Guatemala e Kenya ed è condotto in collaborazione con Treedom, una piattaforma che attiva iniziative di riforestazione in tutto il mondo. Ogni pianta viene allevata in vivai che creano anche opportunità di lavoro nei territori interessati e poi viene geolocalizzata con precise coordinate gps dopo essere stata messa a dimora: in questo modo è possibile seguirne online la crescita e ricevere aggiornamenti periodici sul suo sviluppo. Insieme a Treedom, EGP ha contribuito con 1.200 piante a un progetto di riforestazione nel dipartimento di Magdalena, nel nord della Colombia, con 800 piante nel distretto di Petén, nel nord del Guatemala, e con altri 1.000 alberi in Kenya. Tutte varietà locali e di interesse economico per le comunità del posto. In Colombia lungo il fiume Bogotà Sempre in Colombia, nel 2012, abbiamo avviato una grande iniziativa per ripristinare e proteggere 690 ettari di foresta, la RENACE Forest, così chiamata da una forma del verbo spagnolo “renacer”, cioè “riportare in vita”, al tempo stesso un acronimo di Reserva Natural Codensa-Emgesa, le due aziende del nostro Gruppo operative nel paese latinoamericano. L’area è destinata alla conservazione di specie animali e vegetali autoctone e al mantenimento delle risorse idriche che poi si riversano a valle nel bacino del fiume Bogotà. Al suo interno sono state piantate varie specie native di alberi con il coinvolgimento di dipendenti del nostro Gruppo con le loro famiglie, studenti, fondazioni e anche clienti. In Cile a fianco delle popolazioni locali In Cile abbiamo avviato, fin dal 2016, un accordo con la Universidad de Concepción per la messa a dimora di 2 milioni di alberi nell’ambito di una serie di attività collegate con la costruzione della centrale elettrica di Ralco, nelle regioni di La Araucanía e di Biobío. Attività di riforestazione su scala più ridotta, per consentire alle popolazioni locali di riappropriarsi della loro foresta, sono state poi avviate nel parco di La Isla Salto La Olla, nella regione di Los Ríos, a beneficio degli indigeni Mapu Pilmaiquén. Tra Messico e Panama In America Centrale, abbiamo collaborato con l’organizzazione messicana Ectagono per il ripristino di un’importante area forestale a Città del Messico, la Barranca de Tarango, considerata di grande valore ambientale in una delle più grandi megalopoli del mondo, drammaticamente povera di aree verdi. In questo caso abbiamo contribuito con 450 piante alla riforestazione, in soli sei giorni, di una superficie di 3,6 ettari, che ha visto nel complesso la messa a dimora di 4.000 alberi. La loro azione consentirà di sequestrare 560 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. A Panama, invece, attività di riforestazione e di piantumazione di specie erbacee che contrastano l’erosione sono condotte nella grande area protetta di Fortuna, estesa per 19.500 ettari intorno all’invaso della più grande centrale idroelettrica del Paese. Sempre nel Paese del Canale, abbiamo avviato la realizzazione delle due grandi centrali fotovoltaiche di Esperanza, nella provincia di Chiriquì, e di Jaguïto, nella provincia di Coclé. Non lontano dai due impianti, in un’area a cavallo tra le due provincie, sorgerà un vivaio con annesso laboratorio per attività a beneficio delle comunità locali, compresa un’iniziativa di riforestazione su 16 ettari. I progetti di riforestazione in Europa In Europa le attività di riforestazione di maggiore importanza condotte sotto la regia di EGP si concentrano in Grecia e in Spagna. Nel paese ellenico spicca l’iniziativa per il ripristino dell’antichissimo bosco di Kastanologgos, nell’isola greca di Eubea, dove circa 30.000 nuovi alberi riporteranno all’antico splendore 64 ettari di castagneto secolare. In Spagna due grandi progetti - che interessano oltre 60 ettari nella zona di Valdemaqueda, vicino a Madrid, e lo storico Parco Nazionale di Doñana, nella provincia di Huelva - hanno riguardato il ripristino boschivo, con specie locali, di aree colpite da incendi. Un’iniziativa simile è destinata a prendere il via entro la fine del 2021 in una zona di 20 ettari nella provincia di Teruel, in Aragona. Anche in questo caso l’obiettivo, oltre che ripristinare boschi distrutti dai roghi, è contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, di frenare la desertificazione e fornire un contributo, in termini di benefici economici e sociali, alle comunità locali. Perché il nostro contributo green non si ferma alle rinnovabili. In Italia, infine, nel Complesso Forestale del Monte Arci, in provincia di Oristano, l’anno scorso si sono concluse importanti attività di riambientalizzazione di aree precedentemente occupate da un parco eolico composto da 34 aerogeneratori (ora tutti demoliti) che insisteva da due decenni, inattivo, sul territorio. In queste aree sono state piantate 1870 piante, tutte autoctone, con l’eccezione di quelle per il ripristino dell’area dell’ex cantiere. In particolare: leccio, corbezzolo, fillirea, quercia da sughero, ciliegio e castagno. E sempre in Sardegna, EGP ha ceduto in comodato d’uso all’Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e dell'Ambiente della Regione (Fo.Re.S.T.A.S) oltre 220 ettari di terreni intorno al Lago di Gusana per attività di rimboschimento, cure colturali e interventi selvicolturali di prevenzione per la valorizzazione del turismo rurale e ambientale e la prevenzione degli incendi.

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